Caratteristiche delle orchidee
Orchidee Sardegna
Le Orchidee della Sardegna e le loro caratteristiche
Le orchidacee
Questi vegetali appartengono al gruppo delle Angiosperme dato che presentano ovuli racchiusi in un ovario e sono inseriti nella classe delle Monocotiledoni poichè l ' embrione ha un solo cotiledone . La maggior parte delle orchidee spontanee presenti in Sardegna le ritroviamo anche in altre regioni italiane.
Alcune specie tuttavia si differenziano per alcune variabili ed attualmente sono ritenute endemiche della Sardegna
Purtroppo , in Sardegna non esiste ancora una legge specifica di protezione per le specie a rischio di estinzione sia per le orchidee che per altre specie della flora isolana.
Da tanto si insiste affinchè ciò avvenga come nella maggior parte delle altre regioni italiane, dove la sensibilità per questo tema è elevata.
Soprattutto le orchidee , se vogliamo che non scompaiano dai nostri territori , non devono essere raccolte nè deve essere manomesso il loro habitat.
Lasciamole anche per le future generazioni !!
Origine e forma delle orchidee.
Osservando con attenzione il fiore di una qualunque orchidea , notiamo rassomiglianze con fiori con cui abbiamo più familiarità, anche perché spesso li compriamo e li mettiamo a dimora nel nostro giardino.
Parliamo dei gigli, dei tulipani , famiglia LILIACEE , dei crocus (zafferani tossici) ,famiglia IRIDACEE .Tutti questi infatti hanno 6 tepali, di cui 3 interni a formare la corolla, e 3 esterni a formare il calice, con al centro gli organi riproduttori : stami formati ciascuno da un filamento che presenta in apice un contenitore(antera) contenente il polline; gli organi femminili, ovario ,stilo e stimmi formano il pistillo.
L’insieme degli organi femminili viene chiamato ginecèo, quello degli organi maschili è chiamato androcèo.
Dividendo idealmente il fiore di un giglio in 2 parti uguali con un qualunque taglio che passi per il centro, notiamo che le 2 parti sono sempre perfettamente sovrapponibili , con forma regolare, attinomorfa,(simmetria raggiata).
Con la evoluzione si sviluppano differenze che danno origine alle orchidacee, dove si passa ad una forma irregolare , zigomorfa, dove le 2 parti sovrapponibili si ottengono solamente con una unica modalità ,con taglio fatto verticalmente e passante per il centro.
Altre differenze riguardano i 3 tepali esterni, detti sepali, dove il centrale è leggermente diverso dai due laterali, ed i tepali interni presentano quello centrale(labello),molto ingrandito, di colorazione diversa, adatto ad accogliere gli insetti per la impollinazione, quasi una pista di atterraggio.
Altre modifiche fondamentali riguardano gli organi riproduttori dove stami e stilo si sono saldati a formare una unica struttura detta ginostemio, con una sola antera e con in apice le masserelle di polline.
Ci sono ancora altri adattamenti tutti indirizzati al buon esito della fecondazione .
Resupinazione
Il loro nome "Orchidea" deriva dal termine greco " Оρχις (leggi Orchis) " che significa testicolo , che è riferito, nel loro periodo di fioritura, alla presenza di due tuberi(rizotuberi), di forma ovoidale che somigliano alle ghiandole genitali maschili.
Ciò soprattutto nel genere Orchis .
Il tubero più vecchio dopo aver accumulato sostanze di riserva dal terreno, nel periodo di latenza della piantina ormai disseccata nella parte visibile, permette alla stessa di rigenerarsi nell'anno successivo e con lo sviluppo della nuova piantina, genera un secondo o più tuberi che ormai arricchitisi di sostanze di riserva , serviranno a riprendere il ciclo vegetativo della piantina nell'anno successivo.
Nelle specie provviste di rizoma ,lo stesso si accresce di qualche millimetro , creando gemme laterali utili per il ciclo successivo.
In condizioni climatiche sfavorevoli, le piantine non si rigenerano anche per anni sino a quando le condizioni climatiche sono adatte.
Le Orchidee, specie tra le più numerose nel mondo vegetale, sono le più rappresentate dopo le Asteracee. Sono tra i vegetali che hanno subito più di altre specie, delle diversificazioni, adattandosi ai climi più disparati, ad eccezione dei deserti e delle zone circumpolari
La maggior parte vegeta nelle zone calde e nelle foreste tropicali e sembrano essere comparse nel medio e tardo cretacico ( circa 100 milioni di anni fa).
Sono state suddivise in generi: In Sardegna ne abbiamo 15..Suddivise ulteriormente in numerose specie e sottospecie
Si ibridano facilmente fra loro e creano numerose altre varietà.
Nel nostro continente le orchidee sono terrestri ( si sviluppano nel terreno) , perenni (vivono parecchi anni) e geofite (hanno organi interrati che permettono la sopravvivenza invernale).
Le orchidee equatoriali sono invece, quasi tutte epifite in quanto si sviluppano sugli alberi
Lo sviluppo di nuove piantine di Orchidee è spesso assai difficile per svariati motivi: I semi, molto piccoli, sono privi di sostanza di riserva e necessitano della presenza di funghi specifici che pur danneggiando in parte il seme, questo ne trae vantaggio sfruttando il carbonio presente nel fungo. Nei casi in cui il seme riesce a germogliare ed a produrre le prime foglioline verdi, la presenza del fungo non è più necessaria in quanto la piantina in formazione(plantula) sarà capace di svolgere la fotosintesi trasformando anidride carbonica ed acqua in zuccheri.Questo percorso si completa anche nel giro di alcuni anni.
A destra una immagine di una Iridacea , il Crocus minimus, piantina endemica con simmetria raggiata, per confronto con una qualunque orchidea
In quasi tutte le specie il labello che nella orchidea in formazione è il petalo superiore, subisce una torsione di 180° e viene portato in posizione inferiore per facilitare visita e sosta degli impollinatori.
Il fenomeno è noto come «Resupinazione»